“Farfugliare mentre si parla, avere una lieve asimmetria della bocca, non trovare le parole o non riuscirle a ricordarle, avere difficoltà a muovere una mano, formicolio esteso a una parte del corpo, perdita di equilibrio tale da non reggersi in piedi, vederci doppio o non vedere da un lato”. Un elenco di sintomi che potrebbero causare l’ictus e che molto spesso – troppo spesso per Donata Guidetti, direttore del dipartimento di Emergenza urgenza dell’Ausl di Piacenza – vengono sottovalutati dalle persone.
“Purtroppo l’ictus è tempo dipendente – sottolinea Annamaria Barbieri, presidente provinciale dell’associazione ALIce – ed è fondamentale appena si accusano i primi sintomi chiamare il 118 per arrivare il prima possibile in pronto soccorso”. Il tempo è cervello, il tempo è vita quando si parla di Ictus. All’anno nella provincia di Piacenza vengono registrati tra i 450 e i 500 casi, ma nella maggior parte delle volte chi accusa la malattia cardiovascolare arriva tardi in pronto soccorso.
“La metà dei pazienti arriva in ritardo perché non riconosce i sintomi con conseguenze molto gravi e spesso mortali – spiega la dottoressa Guidetti – .L’ictus non provoca dolore, a differenza dell’infarto al miocardio e quindi le persone tendono ad aspettare, ma più passa il tempo e meno sono efficaci le terapie”. La prevenzione si basa essenzialmente sull’adozione di stili di vita sani. Anche per questo il prossimo 29 ottobre si celebrerà la giornata mondiale dell’ ictus. Infine, ad attestare la bontà del lavoro svolto dalla sanità piacentina in tutto il suo complesso il dato sulla mortalità che vede Piacenza all’ultimo posto per numero di decessi causati da Ictus in tutta la regione.