La Ricerca tende una mano ai genitori in crisi di coppia. E lo fa offrendo l’opportunità di potersi esprimere e confrontare non solo con esperti di relazioni, ma anche con altre persone che stanno vivendo (o che hanno vissuto) difficoltà molto simili per, a un certo punti, non riuscire più ad andare d’accordo su nulla. Specie su come educare i figli. “Ci si irrita, si va in confusione, si diventa intolleranti e insicuri fino a perdere fiducia in se stessi e nell’altro. E se non si trova un rimedio le cose si complicano, specie se il rapporto è già minato da mancanza di dialogo e da ripetute delusioni e risentimenti a tal punto da decretare la fine della coppia”. Capita. E capita molto più spesso di quanto si possa immaginare, tanto che alla Fondazione La Ricerca ETS è stata deciso di ripristinare un servizio per genitori in crisi di coppia nell’ambito dei percorsi dei Gruppi Ama (Auto-mutuo-aiuto) che negli anni hanno dimostrato grande efficacia nell’accompagnare le persone a uscire da situazioni di difficoltà relazionale o di sofferenza. Il punto di forza sta nella reciprocità e nella condivisione tra persone che stanno vivendo esperienze molto simili. “Pensiamo a genitori separati o che sono in procinto di separarsi – spiega la referente dei Gruppi Ama-La Ricerca, Anna Papagni -, persone giunte ad un punto di stallo della loro vita, imbrigliata da risentimenti, sensi di colpa, ansie, amarezza, senso di fallimento. E che hanno bisogno di ascolto, chiedono di potersi sfogare, di poter capire da che parte cominciare per uscirne”.
I gruppi sono guidati da facilitatori. Vi si accede dopo un primo colloquio con Anna Papagni: “All’inizio c’è un gran bisogno di sfogarsi sul proprio vissuto: incomprensioni, tensioni spesso legate ad una diversa visione nell’educare e crescere i figli, risentimenti, tradimenti, non-detti, rabbie e delusioni. La prima cosa che spingiamo a fare nei percorsi di Auto-mutuo-aiuto – spiega – è ritrovare un po’ di chiarezza dentro te stesso e nel rapporto con l’altro. La forza di mettersi in discussione viene dalla reciprocità che si scatena nel gruppo, dal condividere il tuo malessere con altre persone che stanno vivendo situazioni simili alla tua. Le persone sperimentano quella forza vitale che viene a crearsi nello spazio comunicativo del gruppo, in cui si dà voce ad emozioni e storie di vita. Si crea una relazione dove ognuno risponde per sé, ma è anche chiamato a farsi carico degli altri. C’è chi arriva incavolato nero, ma quando finalmente riesce ad aprirsi, si sfoga e si libera, magari anche scoppiando in lacrime, è capitato, e poi inizia a star meglio”.
Il prossimo percorso a cui si può accedere previo colloquio con Papagni (per contattarla il cellulare è 348.8557985 oppure annapapagni@laricerca.net), inizierà a metà settembre e proseguirà a cadenza quindicinale nella sede della Fondazione La Ricerca in Stradone Farnese 96. Per ulteriori informazioni sui gruppi di auto-mutuo-aiuto si può consultare anche il sito ufficiale dell’associazione www.laricerca.net.