Il corpo pensa dice Boal, il corpo contiene e racconta storie, è lo strumento che ci connette agli altri e al mondo.
A partire da questi presupposti e su questi temi, attraverso gli strumenti del metodo teatrale elaborato da Augusto Boal, e noto come Teatro dell’ oppresso (TdO), giocheremo, improvviseremo e rifletteremo insieme. Non è richiesta nessuna esperienza teatrale pregressa.
Portate abiti comodi, curiosità, voglia di giocare.
Conduttori:
Massimiliano Filoni
Cecilia Fava
Link di iscrizione https://forms.gle/cNX1KkzvW1fV6yfd8
L’ iscrizione sarà confermata con il pagamento della quota (45 euro) entro il 25 settembre e con l’invio della ricevuta dell’avvenuto pagamento all’indirizzo: stage@giollicoop.it.
Nel caso il corso non riuscisse a partire tale somma sarà restituita interamente.
DATI PER IL BONIFICO:
intestato a Giolli Cooperativa
IT76I0501812800000019990001
causale: caparra TUO NOME E COGNOME stage breve Piacenza
Per informazioni:
cecilia_fava88@yahoo.it
3295645465
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LA COOPERATIVA SOCIALE GIOLLI IN SINTESI
Giolli Cooperativa Sociale dal 2008, nasce nel 1992 come associazione in cui confluiscono le esperienze di attori, psicologi e pedagogisti intenzionati a diffondere la pratica teatrale fuori dai teatri utilizzando prevalentemente il Teatro dell’Oppresso (TdO) del regista brasiliano Augusto Boal e la pedagogia coscientizzante di Paulo Freire incentrata sull’arte maieutica e sul potere della domanda generativa.
Augusto Boal parte dal presupposto che ogni persona può utilizzare lo strumento teatrale per conoscersi, conoscere la realtà e trasformarla; il suo è quindi un metodo di teatro sociale, collettivo e partecipato che stimola la ricerca del cambiamento attraverso un atteggiamento maieutico ed esplorativo unito all’attivazione di un pensiero per “immagini”: il gruppo ricerca e agisce per scoprire nuove possibilità in un clima di non giudizio.
Giolli lavora costantemente, sia a livello nazionale che internazionale, proponendo laboratori,spettacoli e corsi di formazione in contesti non consacrati tradizionalmente al teatro: centri di igiene mentale, carceri, comunità terapeutiche, scuole (dalla primaria
all’Università) promuovendo una cultura del benessere sociale e della partecipazione dei cittadini alla vita della comunità.
Caratteristica l’attività internazionale, sia con progetti finanziati dalla U.E. sia in contesti bellici, dove il teatro è utilizzato come strumento di risoluzione non-violenta dei conflitti e di dialogo, sia in contesti extra-europei.
In particolare, gli strumenti utilizzati sono i Giochi-esercizi di Boal rivolti alla demeccanizzazione corporea e alla riflessione sociale attraverso la metafora, il Teatro – Forum, spettacolo aperto alla partecipazione attiva degli spettatori in scena e finalizzato alla ricerca di soluzioni ai conflitti e alle oppressioni sociali; il Flic dans la tete, rivolto a riconoscere e rompere le oppressioni psicologiche e il Teatro-Giornale, attuale ambito di ricerca, che focalizza la propria azione sulle connessioni tra cultura, informazione e cittadinanza attiva. Le tecniche di TdO vengono affiancate da altre metodologie a seconda dei bisogni formativi dell’utenza come ad esempio il metodo dell’incidente critico/shock culturali di M.Cohen-Emerique che consente una presa di distanza da se stessi attraverso il decentramento per aprirsi alla scoperta dei quadri di riferimento dell’altro in modo da giungere a una negoziazione oppure la comunicazione non violenta di M.Rosemberg, modello comunicativo basato sul riconoscimento di emozioni e bisogni di sè e dell’altro.
Per dettagli: www.giollicoop.it
Massimiliano Filoni, laureato presso il DAMS di Bologna, lavora con Giolli dalla sua fondazione, ha focalizzato la propria ricerca sull’utilizzo del teatro nella scuola e nelle strutture psichiatriche.
Attivo in diversi progetti Europei ha coordinato le attività italiane di F.RA.T.T. E FO.T.E.L., progetti per il contrasto al razzismo.e all’abbandono scolastico e tra le diverse attività ha condotto training per i progetti VIVIEN (prevenzione della violenza sulle donne, in particolare quelle con disabilità), MIGREAT (formazione per professionisti impegnati nel lavoro con migranti e rifugiati, CaAD( training contro la discriminazione).
Oltre ai progetti personali come attore negli ultimi anni, insieme con Vanja Buzzini sta sperimentando laboratori e spettacoli in cui è rilevante la presenza di musica e narrazione, esplorando i limiti e le potenzialità della cosiddetta Pedagogia dell’Errare, che si concretizza nella valorizzazione dei talenti sopiti, e nella definizione dello sbaglio come fonte di scoperta.
Tra le diverse attività in ambito scolastico recentemente per conto di Regione Emilia Romagna, Provincia di Parma ha seguito il progetto di Teatro-Legislativo “Dare Un Nome Al Mondo” sui temi della legalità e il progetto “Di Maschere E Volti” sui temi della prevenzione e del contrasto a tutte le forme di discriminazione contro le donne.
PROGETTO MONDI POSSIBILI IN SINTESI
Mondi possibili è uno spazio di incontro con Sè e l’Altro, un progetto che ha iniziato a viaggiare nelle scuole per creare relazioni sane attraverso l’ascolto, l’empatia, il riconoscimento delle emozioni, la decostruzione di stereotipi, la valorizzazione delle differenze e un allenamento alla riflessione critica e al dialogo. Nasce lo scorso anno dal lavoro di Cecilia Fava con l’intento di creare momenti di scambio non formali per ragazze e ragazzi delle scuole secondarie di Piacenza in uno spazio protetto di non giudizio e scoperta attraverso il gioco teatrale, le arti sociali e la comunicazione in cerchio rivalutando l’importanza della dimensione corporea nella relazione. Il progetto nella sua globalità vuole fornire strumenti creativi per una maggiore conoscenza di se’ e degli altri in modo da favorire l’incontro con la diversità mettendo in discussione le proprie cornici percettive di riferimento, attivare e promuovere benessere sociale delle e degli adolescenti
arginando situazioni di svantaggio o discriminazione. Per una co-creazione di conoscenze in gruppo ci si avvale principalmente di metodologie partecipative ponendo l’accento sulla dimensione corporea. In particolare vengono utilizzati, soprattutto, giochi-esercizi dinamici e tecniche del Teatro dell’Oppresso di Boal (Teatro-Immagine in primis), e il modello di comunicazione non violenta di M. Rosemberg.
Cecilia Fava, educatrice e attualmente docente di scuola primaria. Laureata con lode in Scienze Pedagogiche all’Università di Modena e Reggio Emilia con tesi sul teatro dell’Oppresso nella relazione educativa, formata presso la Cooperativa Giolli Centro Ricerche e studi teatrali sui metodi Freire e Boal; ha lavorato in campo socio educativo, nell’inclusione scolastica e in progetti interculturali principalmente con adolescenti e donne di diversa provenienza culturale. Ha sempre integrato nel suo lavoro diversi strumenti creativi.